Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Sta ritornando con grande rapidità e diffusione nella sanità trentina il problema del Covid 19. Purtroppo sembra che l'organizzazione aziendale predisposta ad affrontare il problema sia la stessa. Gli infettivologi sono assenti nelle sedi decisionali. Il direttore del Servizio Ospedaliero Provinciale sembra essere l'unico dirigente aziendale in grado di prendere decisioni di qualsiasi tipo nell'affrontare le varie fasi della organizzazione diagnosi del Covid 19 e non si comprende se consulti operatori sanitari e se riceva disposizioni da altre professionalità aziendali. Un evento preoccupante pare sia la recente abitudine di comunicare ai medici i cambiamenti verbalmente e non per iscritto come l'attività medica impone. Verba volant scripta manent, in funzione di eventuali contenziosi medico legali. Un esempio eclatante di tale disdicevole abitudine è il seguente evento. In base alle disposizioni aziendali fino a circa 10 giorni fa, ai pazienti afferenti in regime di urgenza in pronto soccorso per i quali era necessario il ricovero nei reparti referenti o l'invio in sala operatoria, veniva effettuato il tampone oro o naso faringeo COVID 19 normale in attesa del referto (circa 8 ore). Il paziente veniva inviato in un reparto dedicato ed isolato in osservazione breve dopo di che, se risultato negativo al test, veniva inviato in reparto di degenza o in sala operatoria. Successivamente tale procedura sembra essere stata modificata per cui al paziente, afferente in regime di urgenza, sarebbe stato praticato il test rapido (tampone con risposta entro 15-20 minuti) che, in caso di negatività, consentirebbe l’accesso diretto al reparto di degenza o alla sala operatoria senza la necessità di esecuzione del tampone oro o naso faringeo. Negli ultimi giorni sembrerebbe esserci stata un’ulteriore modifica in base alla quale al paziente afferente in regime di urgenza vengono praticati entrambi i test. Questi cambiamenti pare si siano verificati in un ospedale trentino e comunicati solo verbalmente e non per iscritto come la corretta pratica ospedaliera richiederebbe. Tutto ciò premesso nterrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere: – se corrisponde al vero che in un ospedale del sistema sanitario trentino il direttore del sistema sanitario ospedaliero abbia disposto verbalmente e non per iscritto il cambiamento delle procedure diagnostiche della infezione da Covid 19 senza direttiva scritta, creando possibili gravi problemi medico legali; – in caso affermativo si chiede quali sono le motivazioni per le quali il Direttore del sistema sanitario provinciale non abbia ritenuto opportuno comunicare per iscritto tali cambiamenti; – quali sono le motivazioni per le quali ogni comunicazione scritta o orale riguardante l’organizzazione, la diagnosi o cura della infezione da Covid 19 viene gestita dal Direttore del sistema sanitario ospedaliero in assenza della condivisione col medico infettivologo.
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LUCIA COPPOLA |
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